Creare una protezione in alluminio per il salto della catena

Creare una protezione in alluminio contro il salto catena

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Creare una protezione in alluminio contro il salto catena

Costruire una piccola protezione in alluminio è piuttosto semplice; lo è ancor più se il fodero basso corre dritto. 

Se è sinuoso è altrettanto semplice, richiede solo tempo in più.

Tutto quello che serve sono una piastrina di alluminio, un seghetto e una lima. Se si vuol fare meno fatica possiamo sfruttare un trapano a banco con disco abrasivo (o una mola da banco) e una levigatrice. 

Anche se per dare forma con il disco o la mola meglio essere già pratici nel loro utilizzo: “mangiano” materiale velocemente, asportarne troppo è un attimo e questo ci costringerebbe a cominciare daccapo. 

La zona critica, si è capito, è quella porzione del fodero basso lato trasmissione, appena dietro la scatola movimento.

Dove la corona più piccola copre il telaio. Se salta la catena è lì che si incastra, facendo tanti danni.

Con un metro da sarto prendiamo la misura, per capire quanto lunga dovrà essere la nostra protezione. 

Consiglio il metro da sarto se il fodero basso presenta evidenti curvature: possiamo seguire fedelmente il profilo e avere misurazione accurata.

In qualunque ferramenta ben fornito è facile reperire i profilati in alluminio; costano poco, sono lavorabili senza attrezzi particolari, a freddo, e c’è ampia scelta di misure.

Io qui ho optato per un 2 cm, adatto al caso mio (ognuno dovrà valutare in base al proprio telaio) e tagliato una striscia più lunga del necessario.

Si, è importante tagliarne in più, semplifica la curvatura che eseguiremo a mano. Poi rimuoveremo l’eccesso.

Questi profilati sono solitamente verniciati in uno smorto grigio; esistono anche già lucidati a specchio, quindi se è alla lucentezza che aspirate, prendetene uno già pronto: lavoro risparmiato.

Se invece avete intenzione di verniciarlo in tinta, questo è il momento di rimuovere la vernice originale; prima di curvarlo (se dovete curvarlo) è più veloce.

Ed è ancora più veloce ricorrere a una levigatrice orbitale, ponendo la nostra piattina d’alluminio su un supporto per non levigare pure il tavolo da lavoro…

Segniamo una freccia che ci servirà a non sbagliare verso e direzione durante la piegatura e poggiamo la nostra piattina per un primo raffronto.

Assicurati che la dimensione è giusta segniamo i punti dove il telaio curva.

Saranno i nostri riferimenti per la prima piegatura.

Piegatura che eseguiremo a freddo, è alluminio, mezzo millimetro di spessore, serve nulla.

Però un aiuto può darcelo un tubo, diametro sottile e più o meno corrispondente alla curva che dovremo dare.

Lo fissiamo al banco con due morse, sarà la nostra guida.

Diamo una prima curvatura leggera, basterà far coincidere i segni sul tubo guida ed esercitare poca pressione.

Importante: curvare poco alla volta, in modo appena percettibile. Poggiare al telaio, verificare, altra leggera piega, verifica e così via.

Bene, la prima curvatura è sul punto giusto.

Da qui in avanti è tutto un piegare, sempre poco alla volta, verificare, correggere se necessario, provare sul telaio, piegare ancora e così via.

Ognuno sceglierà la tecnica a lui più congeniale; ma alla fine un tubo e le mani sono la strada migliore. Di sicuro la peggiore è la morsa, che ti raddrizza la parte già curvata.

Apro però un inciso: se già si ha buona familiarità, la morsa per creare una S è comoda. Bastano due tondini di acciaio. Se invece mai fatto, meglio evitare. Basta sbagliare il punto dove collocarli che la S non corrisponderà, avremo perso solo tempo perché sarà necessario ricominciare da pezzo nuovo.

Nel mio caso devo creare una S, quindi sono partito dalla curva più vicina al movimento centrale e lavorato con pazienza, provando e riprovando.

Una volta raggiunta la forma quasi definitiva è bene rimuovere l’eccesso. Che ci ha fatto comodo durante la piegatura ma da adesso in poi è solo un impiccio.

Bene, direi che adesso segue quasi fedelmente il profilo. L’ultimo aggiusto ed è fatta.

Quanto tempo ha richiesto questa fase? Al netto del tempo perso per scattare le foto, circa 15 minuti. Come vedete nulla di eccessivo.

Averlo curvato correttamente significa essere a buon punto ma non abbiamo finito: brutto il taglio dritto, meglio rifinire con un arco.

Basta prendere un rondella, con diametro circa il doppio della nostra piattina.

Farà da guida per segnare le due curve che rifiniranno le estremità: concava dal lato movimento, convessa da quello opposto. Mi piace che un lato segua il profilo della sede del movimento centrale…

Una buona lima, che abbia in lato piatto e l’altro ad arco, altri 15 minuti circa e la sagomatura viene facile. Sempre un poco alla volta.

Chi ha dimestichezza potrà usare una mola o un trapano a banco con disco a grana grossa. Io ho scelto questa seconda opzione per rimuovere il grosso, la rifinitura sempre meglio farla a mano.

Ed ecco il pezzo con anche le estremità sagomate.

Una veloce verifica che sia tutto ok.

Una passata di carta abrasiva per ripulire dai segni di lavorazione.

Ora si aprono diverse strade: possiamo rifinire ancora con carta abrasiva via via più fine in modo da lucidare a specchio con appositi tampone e pasta; possiamo dare una passata di carta abrasiva a grana più grossa per irruvidire la superficie e verniciare del colore che preferiamo; possiamo pulire con uno sgrassante e applicare del vinile adesivo.

Io ho scelto questa ultima strada, avevo in casa del vinile proprio del colore adatto. Il trucco è tagliarne un pezzo più grande, applicarlo, stendere bene e solo dopo aver lisciato tagliare l’eccesso per adeguarsi alla forma della nostra protezione.

Il vinile resta la mia opzione preferita: in caso di salto catena basterà cambiare il vinile; se anche l’alluminio sotto si è segnato ogni imperfezione sarà coperta. Lucidatura e ancor peggio la verniciatura non hanno identica praticità.

Reperirlo è facile, qualunque grafico crei scritte adesive non avrà difficoltà a vendervi una striscia. 

Come applicare questa protezione al telaio? Già, altrimenti tutto il lavoro non avrebbe senso.

Con nastro biadesivo di buona qualità.

Un paio di strisce, più lunghe del necessario, e spaziate leggermente per compensare il naturale schiacciamento di questo nastro che, sappiamo, è morbido e spugnoso.

Questa è la vista posteriore, quella che andrà a contatto col telaio; come vedete tra le due strisce c’è un sottile canale libero.

Problema: questo nastro è tenace e non riposizionabile. Una volta applicata la nostra protezione al telaio non potremo correggere errori di posizionamento.

Come risolvere? Prendendo i riferimenti.

Applichiamo la nostra protezione al telaio con del nastro da carrozzeria SENZA rimuovere la pellicola del biadesivo.

Una volta scelta la posizione applichiamo due pezzetti di nastro per carrozzeria a destra e sinistra e segniamo i nostri riferimenti.

Ok, qui è più inclinato di quanto poi ho montato nella realtà ma non è facile quando lavori e fai foto. E siccome quelle con la protezione messa bene quando le ho riversate sul pc mi sono reso conto non erano leggibili, ho recuperato questa con la protezione un poco storta. Tanto è il concetto che conta 😀

Decisa pressione, togliamo il nastro carta e quello che resta è la nostra protezione, finita e rifinita.

Una volta montata la guarnitura, la protezione scomparirà completamente alla vista; ma noi sappiamo che è lì a salvare il nostro telaio e questo ci rende tranquilli.

Visto che è facile?

Buon lavoro e buone pedalate.

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