Pirelli Velo Cinturato

La prova su strada
La prova su strada
Io sono bravissimo a complicarmi la vita, diciamolo.
Tramontato il doppio test con confronto tra le dimensioni estreme della gamma Pirelli Velo Cinturato cosa potevo fare per rendere un lavoraccio un test che tutto sommato poteva filare veloce?
Per prima cosa la decisione (presa ancor prima di sapere della indisponibilità delle 700×35) di provare le gomme sia tubeless che con camera d’aria.
Poi usare due bici, e fin qui siamo nella norma dei miei cervellotici protocolli dei test.
Poi ancora usare tre set di ruote, di cui uno prelevato da quelle in prova, quindi non ancora del tutto “conosciute”.
Le ruote prelevate dal parco test sono state le Vision Trimax 30 disc (e causa ritardi di consegna del telaio le Shimano Rs 770 sono rimaste a risposo; tranquilli, toccherà pure a loro…) che per potermi dare un aiuto valido dovevo prima sgrossare diciamo così: cioè conoscerle abbastanza bene da evitare che potessero influenzare le risultanze del test di gomme.
Quindi prima ho montato le Pirelli Velo Cinturato su Elessar per iniziare a conoscere loro; nel frattempo sulle Vision ho installato gomme stradali che conosco molto bene e fatte girare su Raun (la ex London Road) che pure è bici straconosciuta.
Poi ho tolto le Cinturato da Elessar e le ho passate su Raun ma usata con le sue ruote originali.
E infine rimontate le Vision coi Cinturato su Raun, con camera in ognuna della combinazioni fin qui esposte.
Mica è finita.
Ho rimosso le Cinturato dalle Vision e reinstallate sulle ruote originali di Raun, sempre con camera per ulteriori verifiche. Poi tolte e rimontate sulle Vision per un confronto con camera al variare delle ruote.
E poi lasciate così per una serie di test in configurazione con camera prima di smontarle e montarle in configurazione tubeless sulle ruote originali di Raun.
Ora, ammettetelo: vi gira la testa a leggere vero? Ecco, figuratevi a me che tutta questa tarantella me la sono sobbarcata…
Sorvoliamo sul fatto che ho portato le Pirelli Velo Cinturato su strada, in fuoristrada, su bici carica con borse, con la pioggia e col caldo scoppiato all’improvviso, subito sostituito da un ritorno dell’inverno che ha ingolfato il calendario di uscite a causa dei continui rinvii.
Ma si, un test facile questo delle Cinturato, ora le richiedo: ma devi proprio? Un poco fermo non sai stare?
No, effettivamente non ci riesco.
L’unico aspetto in cui mi sono limitato è stato quello fotografico; non potevo per ragioni logistiche e di tempo creare le immagini in esterno in tutte le varie configurazioni. Il maltempo ha vanificato due trasferte, alla terza avevo con me solo le Vision Trimax 30 disc (quindi configurazione con camere d’aria) e non potevo cambiare ruote; che significava anche smontare e rimontare dischi e pacco pignoni e latticizzare per strada. Ok, in queste trasferte per le foto mi sposto con una piccola officina al seguito ma non esageriamo…
Torniamo alle Cinturato.
La richiesta delle gomme non è stata semplice, c’era da risolvere il rebus della misura.
Scartata come detto prima la più sottile e indisponibile la più grassa, restavano la 28 e la 32.
Ognuna sulla carta con pro e contra.
Quindi prima di decidere la misura ho dovuto decidere che test avrei voluto fare. A tutto campo, come al solito mio, quindi compreso l’uso turistico con bici carica oltre a strada e fuoristrada leggero e scegliere la 32 mi è sembrata l’opzione migliore.
Col senno di poi, a ruote ferme diciamo così, non aver aggiunto la 700×26 coinvolgendo l’ammiraglia da corsa nel test (freni al cerchio, queste 700×32 non passano) un poco di rammarico me lo porta. Sanno essere così soddisfacenti nella guida sportiva queste Pirelli Velo Cinturato che non averle provate (anche) su un purosangue da corsa forse non è stato saggio.
Quante chiacchiere e ancora nemmeno un giro di pedale; avete ragione, mi perdo.
Divisione in quattro sottoparagrafi; una coppia per strada e fuoristrada in configurazione camera, un’altra coppia per stesse ambientazioni ma in configurazione tubeless.
Uno poi sarà dedicato all’uso turistico, sia con camere che senza.
Su strada, con camera d’aria. Lo scorso anno di questi tempi avevo appena smesso di pedalare con tutta la gamma Pirelli Velo nelle diverse varianti disponibili. E al netto delle singole differenze dovute a destinazioni d’uso specifiche, ognuna mi aveva trasmesso una profonda e inesauribile sicurezza di guida. Tanto che avevo paragonato spesso la guida della bici a quella di una moto sportiva, almeno in discesa dove la gravità sopperisce alla mia misera gamba.
Mi sono avvicinato a queste Cinturato fiducioso ma anche timoroso che il grafico ufficiale, con uso così esteso turismo compreso, mi avrebbe rimandato un copertoncino più “morbido”, senza quel proverbiale supporto in piega che tanto mi aveva entusiasmato durante i precedenti test.
Invece l’altro grafico ufficiale, quello che indica le maggiori/minori caratteristiche non mi aveva preoccupato. Già in altri test avevo compreso la sua relatività, come cioè indicasse non in assoluto ma “in rapporto a” e quindi non vedere il vertice della resistenza al rotolamento toccare la circonferenza maggiore non mi ha fatto presagire una gomma “piantata”.
Ho avuto torto nel primo caso, ragione nel secondo.
Il comfort invece fa storia a sé e lo vedremo meglio dopo.
Utilizzando su strada con piglio sportivo le Pirelli Velo Cinturato ho ritrovato tutto quanto di buono già mostrato dalle sorelle.
A parte un peso superiore ma non dimentichiamo che all’epoca usai misure più piccole, il comportamento globale si è piazzato giusto a mezza via tra le Velo 4S, gomme “invernali” dal grip stupefacente, e le Velo, versione sportiva adatta a ogni percorso e con tenuta e solidità di altissimo livello.
La scorrevolezza è ottima, senti bene la gomma scivolare sull’asfalto, né più né meno come una versione dichiaratamente votata allo sport. Del resto Pirelli indica l’uso racing; però quella casella touring ugualmente occupata qualche dubbio poteva farlo nascere. Ma se pure mi è venuto sono bastati pochi chilometri ad andatura decente per fugarli.
La solidità in appoggio laterale è buona, la gomma si adagia sotto l’azione delle forze impegnate nelle percorrenze delle curve donando grande sicurezza, precisione assoluta e confidenza durante tutta la delicata fase della piega.
Il grip è alto, anche su strada umida e/o bagnata. Nulla più della normale cautela di guida richiesta dalla prudenza.
In salita i grammi in più si fanno sentire, come sempre in questi casi, solo quando la stanchezza o la pendenza superano il livello di guardia.
Insomma, pianura, salita, discesa, curve strette o larghe, veloci e rotonde o lente e spigolando se non avessi avessi avuto quei fregi verdi a ricordarmi che sono le Cinturato, le avrei tranquillamente confuse con le altre Velo.
Si, è vero che il grip in condizioni difficili è inferiore a una delle sorelle o che nelle pieghe più estreme avverti una superiore rigidità della carcassa, come se faticasse poco in più a cedere copiando fedele la strada e garantendo la massima superficie di contatto (qualità della gamma Velo di cui sono sfegatato fan) però se non guidi estremamente concentrato perché hai un test da svolgere, tutto sommato ci badi poco.
Quello che invece avverti è un livello di comfort complessivo non così elevato, sia in rapporto ad altre Pirelli Velo che soprattutto pensando al grafico ufficiale che proprio del comfort fa punto di eccellenza.
Ve lo dico adesso anche se non è il sottoparagrafo giusto: è il montaggio con la camera d’aria, in configurazione tubeless sono spettacolari.
Anticipazione necessaria altrimenti la lettura sarebbe falsata.
Usando i Pirelli Velo Cinturato in configurazione camera hai una gomma solida, precisa, entusiasmante nella guida sportiva, coriacea in appoggio e precisissima in traiettoria. Solo un poco rigida, qualcosa a cui forse non baderesti più di tanto se, appunto, Pirelli non ponesse l’accento proprio sul comfort globale.
Che è comunque alto anche usando una camera d’aria; ma non così alto.
In fuoristrada, con camera d’aria. Strade bianche, sentieri dal fondo compatto, anche ghiaioso ma comunque regolare e solido non spaventano i Pirelli Cinturato Velo.
C’è da fare i conti con il battistrada puramente stradale, quindi nessuna manovra azzardata, curve prese a tutta su fondo polveroso o ricerca dell’appoggio perché senza tacchette c’è poco da fare.
Ma ritenere le divagazioni fuori dal bitume precluse a queste gomme sarebbe un grave errore, che io non ho commesso.
Su fondi compatti viaggi veloce, velocissimo. La strada scorre via rapida, non tiri la staccata assassina preferendo una manovra dolce ma nel complesso il passo non ne risente.
Effettivamente ti sembra un poco strano lanciarti su percorsi gravel asciutti (se il terreno è pesante siamo fuori dal suo ambito di utilizzo, quindi semplicemente non ci sono andato) con queste gomme che sono vere e proprie coperture sportive.
E se quelli sono i tuoi percorsi abituali, quelli dove giri con gomme tassellate o comunque con battistrada scolpito a sufficienza per andare in offroad, è meglio calibrare le manovre lasciando da parte gli automatismi consolidati.
C’è un tratto in particolare nei miei circuiti di prova che è sempre stato molto utile per saggiare la tenuta delle gomme e prevede curve larghe da percorrere in appoggio, inversioni quasi di 180 gradi molto strette da interpretare lasciando scivolare la bici, ingressi in curva tormentati da avvallamenti in rapida successione e altre difficoltà di vario grado.
L’avrò percorso migliaia di volte, ormai ci vado di pilota automatico.
Tranne stavolta. La guida ha dovuto perdere giocoforza le sue manovre tipiche da fuoristrada per farsi stradale.
Traiettorie rotonde, via di passo, frenate dolci e modulate, cautela nelle curve strette, pieghe dignitose ma senza strafare.
Ora credere che tutto questo sia un limite sarebbe sbagliato.
E’ una gomma a battistrada liscio (perché in offroad i fulmini non sono paragonabili a tacchette) e il fatto che comunque mi abbia permesso un passo elevato va già a suo merito.
Se a questo aggiungo che non ho mai forato, nemmeno nei tratti lastricati da una fitta pletora di piccole appuntite pietre, beh, mi chiedo quanto sarei durato con una gomma sportiva pura.
Il comfort è buono, superiore a quanto avvertito in precedenza su strada. Probabilmente la maggiore cedevolezza del fondo stradale ha smorzato più dell’asfalto.
Su strada, tubeless. Prima che arrivassero i Cinturato per il loro test scorrevo la lunga lista delle recensioni da gestire sino a estate inoltrata e confesso che più di una volta stavo per tornare sui miei passi, rinunciando alla prova tubeless. Lavoro in più, ginocchio ancora malandato nelle prime settimane, un monta e smonta continuo, uscite supplementari con altre bici per familiarizzare, insomma, forse se me lo fossi evitato nessuno mi avrebbe biasimato.
Meno male che la mia pignoleria (eufemismo, da declinare con affetto) ha preso il sopravvento. Mi spiace solo che le immagini a corredo restano quelle in confugurazione con camera, ma stavolta il ritorno dell’inverno è stato un caos organizzativo e ho dovuto fare di necessità virtù.
Se fino a questo momento era lecito chiedersi: ok, buona gomma, ma perché metterla in giro? Con una Velo 4S ci fai praticamente quasi le stesse cose e alcune pure meglio… allora vi dico una volta rimossa la camera d’aria si entra in un altro mondo.
Un mondo parallelo, dove ritrovi ogni buona sensazione già provata però amplificata e dove quei pochi limiti scompaiono.
Ma la cosa che più mi ha fatto piacere è stato non ritrovare quella sensazione di cedevolezza nelle manovre più decise, che sia una staccata o una piega arrischiata, che non mi ha mai fatto prediligere il tubeless nella guida sportiva.
Togliendo la camera migliora ogni aspetto dinamico.
La scorrevolezza è superiore, forse una impressione, suggestione, stato di forma che andato via via migliorando ma i numeri mi hanno confermato che ero più veloce, ovunque.
E’ scomparsa quella rigidità nelle pieghe più decise e ho ritrovato, intatta, la sensazione che sempre mi hanno trasmesso i Velo, tutti i Velo, di avere assai più gomma a disposizione.
Il comfort è salito non uno ma tanti gradini, vuoi per la pressione più bassa vuoi, soprattutto credo, per la superiore morbidezza dovuta all’assenza di camera d’aria.
La condotta sportiva, in piano come in discesa, si è fatta molto più coinvolgente.
Non che usandoli con camera questi Pirelli Velo Cinturato siano dei brocchi, sia chiaro. Però di sicuro è in configurazione tubeless che dispiegano appieno tutte le loro qualità.
Quindi vale quanto detto nel sottoparagrafo della guida stradale ma con camera.
Con in più comfort eccellente, precisione di guida se possibile migliorata, anzi, migliorata e basta.
Si, ho fatto proprio bene a sobbarcarmi il lavoro in più.
In fuoristrada, tubeless. Qui ho voluto compiere un atto di fede: non mi sono portato una camera d’aria di scorta.
Non sempre e non in tutte le numerose uscite in fuoristrada, ma spesso si. Mi sono affidato alla protezione offerta da Pirelli e alle virtù del lattice.
Non sono mai rimasto a piedi. Fortuna? Anche, non lo metto in discussione. Merito della tecnologia antiforatura di Pirelli? Non metto in discussione nemmeno questo.
Usando le Pirelli Velo Cinturato in fuoristrada, lo stesso percorso usandole con camere d’aria, restano invariate tutte le considerazione fatte sulla tecnica di guida da modificare per adeguarla all’assenza di tacchette.
Così come valgono le considerazioni appena fatte nell’uso stradale in configurazione tubeless. Migliora tutto.
C’è superiore dialogo, una comunicazione più affidabile tra ciclista e fondo stradale che, usandole con camere d’aria, a volte non è così sincera, palese. E puoi osare.
C’è un elevatissimo comfort, avvertibile netto affrontando in velocità le rapide sconnessioni, quelle dei fondi irregolari che tanto le fanno somigliare al pavé (come rimandi a gambe e braccia) e che sono sempre smorzate con grande efficacia.
C’è una tenuta in frenata superiore, forse dovuta al miglior appoggio della gomma che deforma meglio e gradualmente, pur col limite dovuto alla precarietà del grip offerto dalla strada.
O forse è stata la superiore confidenza garantita durante l’uso tubeless che mi ha spinto a provarci di più.
Onestamente, stavolta non so decidermi su quale sia l’ipotesi più plausibile. Posso solo dirvi che come su strada sono stato più veloce, così è successo abbondando l’asfalto.
Uso turistico, con camere e senza. Qui è stato un continuo invertirsi tra uso con camera e tubeless nel tentativo di primeggiare.
Quindi piuttosto che dividere a seconda della configurazione montata, divido per uso: a bici carica e scarica.
Con il peso aggiuntivo del bagaglio, 14kg complessivi suddivisi tra destra e sinistra e montati solo dietro, al portapacchi posteriore, mi ha trasmesso più sicurezza la configurazione con camera d’aria.
Quella certa rigidità che nella guida sportiva non mi aveva del tutto convinto, qui è diventata solidità assai gradita quando il peso aggiuntivo grava sulle ruote.
Naturale quindi che lasciando le borse a casa e andandosene a zonzo privi di zavorra sia stata la configurazione tubeless a prevalere.
In ambedue i casi, e questo è importante, il grip è stato sempre di alto livello, sia sul bagnato che in frenata.
Bene, possiamo chiudere e dedicarci alle conclusioni.
Sono Fabio Sergio, giornalista, avvocato e autore.
Vivo e lavoro a Napoli e ho dato vita a questo blog per condividere la passione per la bici e la sua meccanica, senza dogmi e pregiudizi: solo la ricerca delle felicità sui pedali. Tutti i contenuti del sito sono gratuiti ma un tuo aiuto è importante e varrebbe doppio: per l’offerta in sé e come segno di apprezzamento per quanto hai trovato qui. Puoi cliccare qui. E se l’articolo che stai leggendo ti piace, condividilo sui tuoi social usando i pulsanti in basso. E’ facile e aiuti il blog a crescere.
Per una vlta ti ho anticipato, ho montato le Cinturato a settembre e le ho tolte solo due settimane fa, quindi le mie valutazioni le ho fatte alla cieca, diciamo, senza l’influenza che il tuo giudizio avrebbe avuto 🙂
Premessa importante: sono un convertito al tubeless da tempo, lo sai, e per il primo montaggio avevo scelto una coppia di Schwalbe Pro one (superscontata al tempo, altrimenti mica li avrei comprati…). Mi aprirono un mondo al tempo, con un grip mostruoso e una sicurezza che non ha paragoni fra tutti gli altri copertoncini con camera che avevo provato fino a quel momento.
Complice l’arrivo del primo inverno da passare qui in Austria, e vista la quantità di ghiaia che veniva sparsa per le strade, volevo passare ad uno pneumatico più adatto alle intemperi e più robusto.
Il Cinturato possiede tutte queste caratteristiche. Buono spessore al centro, ottima mescola che garantisce un grip eccezionale in condizioni normalmente impossibili. Ad esempio ho percorso decine di chilometri sulla ciclabile alpeadria diventata una lastra di ghiaccio ininterrotta senza problemi e con un controllo che avrei pensato impossibile.
Ma c’è un caveat. Solidità e resistenza arrivano a discapito della cedevolezza e della capacità di conformarsi alle asperità della strada, rendendo non solo confortevole, ma molto più sicuro il rotolamento sull’asfalto. La differenza risultò molto netta la momento di passare dalle Pro one a queste coperture.
Sia chiaro, sto confrontando, nella mia mente e nella mia esperienza, le Pro One alle Cinturato. QUindi sto facendo forse un paragone improprio, anche per il target di utilizzo. Però è bene essere consapevoli della differenza: ho usato estesamente e continuerò ad usare i Cinturato come eccezionale gomma da inverno e dove le condizioni sono difficili. Ma le Pro One rimangono un gradino più su per la pura prestazione sportiva, la velovità, il controllo.
Ciao Damiano, anzitutto grazie per questo tuo prezioso contributo. I vostri pareri “pedalati” valgono molto per me, sono frutto di esperienza diretta e non chiacchiere per sentito dire e ho sempre gran piacere nel leggerli.
E poi leggo li hai usati a lungo, molto più di me. E’ vero, io sono arrivato tardi con questo test, ma a parte l’infortunio bisogna tener conto che il materiale destinato ai test arriva alle agenzie di comunicazione e agli uffici stampa molto dopo la distribuzione al mercato.
Hai sintetizzato in modo efficace i Cinturato. Il parallelo coi Pro One è interessante ma come giustamente sottolinei, sono gomme diverse per destinazione d’uso.
Il tedesco è essenzialmente votato alla guida sportiva, l’italiano si rivolge al mercato allroad, come dimostra l’ampia scelta di misure.
Mi fa piacere leggere che hai provato anche sul ghiaccio; qui trovarne è raro e l’ultima volta che ho avuto questa inaspettata fortuna son volato con la Gios in prova e fermo diversi mesi. Non voglio riprovare…
Un solo punto del tuo contributo non mi è chiaro: “Solidità e resistenza arrivano a discapito della cedevolezza e della capacità di conformarsi alle asperità della strada, rendendo non solo confortevole, ma molto più sicuro il rotolamento sull’asfalto.”
Mi aiuti a capire meglio?
Era saltato un pezzo. Riscrivo.
Condivido il tuo entusiasmo per i tubeless; peccato ci sia poca scelta per noi stradisti. Poche aziende vi hanno puntato, anche per una certa resistenza dei ciclisti. Hanno indubbi vantaggi, soprattutto per gli amatori. Ma questo è mondo che scimmiotta i prof e se non li usano loro…
Io di contro non li uso seppure li apprezzi. Ma per me è diverso: cambio gomme di continuo, addirittura la mattina esco con un allestimento e il pomeriggio con un altro. Per via dei test, ovviamente. E quindi la praticità della camera d’aria è irrinunciabile, 5 minuti e via.
Ormai riesco a ritagliarmi non più di quattro o cinque settimane l’anno per uscire in bici solo per svago e per come stanno le cose, mi sa che quest’anno saranno ancor meno. Appena avrò conferma dell’arrivo del nuovo telaio per allestire la prossima bici dedicata ai test (è un 2020, consegna slitta di continuo) dovrò iniziare a lavorare su lui e sulle pubblicazioni autunnali.
fabio
Verissimo quel che dici, cambiare goimme in tubeless è un esercizio piuttosto tedioso e “sporchevole” 🙂 Infatti non è mia intenzione criticare la tua scelta, tuttaltro! Ognuno deve (dovrebbe…) scegliere i compenenti da utilizzare che siano i più adatti alle proprie necessità. Mi interessa un buon rendimento ma soprattutto una affidabilità eccellente: penso di non aver più forato dal cicloviaggio di due anni fa, ed allora un chiodo da 10cm aveva attraversato tutto lo pneumatico…
Andare sul ghiaccio è un po’ un terno al lotto (o richiede attenta valutazione): se il ghiaccio è “secco” ovvero la temperatura è bassa a sufficienza perchè non si sciolga in superficie, si può viaggiare tranquilli. Se poi invece si scioglie in superficie crea il famoso effetto del pattinatore 😀 Sono caduto pure io quest’inverno, per fortuna una scivolatlunga e basta!
Riguardo all’effetto di “Solidità e resistenza” forse sono stato poco chiaro: lo spessore maggiore del battistrada rende la gomma leggermente più rigida nei Pirelli rispetto ai ProOne. Questo di per sè non è un gran problema, a meno che uno non sia abituato altrimenti… Se la carcassa si adatta alle piccole asperità (piccole biche, irregolarità) la ruota non sobbalzerà ed il controllo in curva o in altre sitazioni di guida “non lineari” ne risulterà migliorato. Per questo ritengo (o sento) più “sicuro” uno pneumatico più duttile, che si conforma al terreno. Però si tratta pur sempre di sensazioni, spesso opinabili… Servirebbero dati… Tipo quei pazzi del GCN che testano fino la velocità limite di tenuta di uno pneumatico in curva 😀 Si potebbe ingaggiare qualche pazzo disposto a provare cadute su pneumatici diversi ed in condizioni diverse…
Grazie Damiano, ora ho capito cosa intendevi. Tanto sveglio non sono, è notorio…
Tubeless; avevo capito non intendevi criticare ma io spesso uso le risposte anche per portare a conoscenza di tutti. E tanti mi chiedono perché non uso i tubeless, mai.
Non lo faccio non per questioni tecniche ma pratiche. Da tempo non posso più comportarmi come un normale ciclista, le esigenze del blog dettano le mie scelte. Non avessi questo strano diario probabilmente avrei massimo 4 bici e non mi preoccuperei di aggiungerne. Invece in estate ne arriverà una altra ancora e solo per il blog.
Fabio
Cribbio Fabio!
Ho letto ora (dopo la rec.ne del P7) questa del Cinturato e per i miei viaggetti in “biepacking” sarebbe l’ideale vista la tua descrizione e la possibilità di optare per la configurazione con camera d’aria.
La mia bici è una Bianchi da corsa con freni Utegra caliper; i cerchi sono Fulcron Racing 5 17C con
Larg.Cerchio 23mm – Larg.InternaCanale 17C – LargCopertone da 25-50.
Credi che potrei montare i Cinturato da 26?
Sarei così contenta.
Se puoi consigliarmi avrai come sempre la mia gratitudine.
sonia
Si, puoi montarli senza problemi.
Come non avrai problemi usando un indirizzo mail reale, in modo da non obbligarmi a recuperarti dallo spam…
Fabio
ohh grazie Fabio!
scusa per l’indirizzo ma mi hanno riempito di email farlocche e mi trovo costretta al camuffamento.
Ora immetto un indirizzo appositamente creato per il tuo sito così eviterò di disturbarti (spero di fare tutto bene).
a presto e grazie ancora Fabio
sonia
Ormai il sistema ti identifica spam…
Il tecnico ha innalzato barriere di sicurezza molto forti, da qui è impossibile che qualcuno possa prelevare la tua mail.
Fabio