[Presentazione] Trek Domane+ AL5

Motore, batteria e app Trek
Motore, batteria e app Trek
La Trek Domane+ AL5 monta una unità proposta da Hyena: è il modello HyDrive dal comportamento naturale, con potenza di 250W/40Nm.
Assiste la pedalata fino a 25km/h, batteria da 250Wh per un’autonomia fino a 90 chilometri in modalità eco con una sola carica.
Ha battuta da 145 e corpetto ruota libera per 10/11 velocità compatibile Shimano/Sram.
Alimentato da una batteria custodita all’interno del tubo obliquo, non è immediatamente removibile. Uno sportellino chiuso da alcune viti ne permette l’estrazione dopo aver scollegato un poco di roba e rimosso anche le viti che la tengono fissa all’interno (hanno la testa che spunta da sotto l’obliquo). Io ho dato una occhiata, non è lavoro complicato ma richiede comunque una certa esperienza per non danneggiare i componenti, centralina in primis.
Alimenta l’unità tramite il cavetto che scorre sotto il fodero basso. La prese serve per scollegare l’unità quando dobbiamo rimuovere la ruota posteriore. Per svitare le brugole del perno ruota serve una chiave da 6, quindi verificate se il vostro minitool la prevede, altrimenti in caso di foratura son dolori.
La presa di ricarica è posta in basso sull’obliquo. Protetta da uno sportellino impermeabile ma non resistente ai lavaggi, viene occupata dal cavetto del range extender, nel caso lo abbiamo installato.
Il range extender da 250Wh di fatto raddoppia l’autonomia. Vero che pesa 1600g, a cui aggiungere qualcosa tra cavetto e supporto. Ma ne vale la pena. Presenta dei led che ci informano sullo stato dell’autonomia. Durante l’uso è lei la prima ad alimentare l’unità, una volta esaurita la carica si attiva la batteria principale. Per lo stesso motivo quando ricarichiamo, sfruttando l’apposita presa presente in basso sul range extender (non proprio agevole come posizione…) la prima a caricarsi sarà lei.
Il movimento centrale è Hyena. E’ un perno quadro, soluzione necessaria per il sensore di coppia che gestisce l’assistenza dell’unità, ha standard T47, lunghezza 110,5 e larghezza 73mm. dati che serve a nulla sapere, in effetti. Non è che monti un movimento diverso dall’originale…
Sull’orizzontale trova posto un piccolo display, molto semplice. Oltre al pulsante ON/Off, una batteria di led verdi ci informa sullo stato della batteria. Tre piccoli led rossi in cima ci avvisano sul livello di assistenza innestato.
Alcune notazioni. I led dedicati alla batteria sono 5, quindi ognuno indica un 20%. Spenti i primi tre, quindi batteria con 40% residuo, restano accesi solo gli ultimi due ma in colore arancio. Arrivati al 20% si illumina solo l’ultimo led, in rosso.
Inoltre questi led gestiscono solo una batteria alla volta. Significa che se abbiamo il range extender montato, quando resta acceso per la prima solo l’ultima barra in rosso significa che stiamo terminando la batteria supplementare. Infatti, finita questa, i led torneranno tutti e cinque verdi, perché da questo momento in poi stanno gestendo la batteria principale.
Mio consiglio: meglio usare la app Trek, che con range extender montato segna il livello batteria partendo dal 200%:; così sappiamo esattamente quanta autonomia resta…
Agendo sul pulsante ON/OFF è anche possibile selezionare il livello di assistenza. Scomodo ma per fortuna ci sono i pratici satelliti dietro le leve.
Con quello di sinistra saliamo, con quello di destra scendiamo. Li avrei preferiti un poco più rigidi nell’attacco, a volte flettono e non si riesce a cambiare facilmente livello di assistenza. Comunque lavorando con cura sulla nastratura si risolve, basta fornire “appoggio” al pulsante.
La app Trek gestisce l’unità e ci informa su tanti parametri. La vedremo meglio nel test su strada, qui propongo una sintesi dei contenuti più importanti.
Dialoga tramite BT con il nostro smartphone, quindi la prima volta serve eseguire il pairing. I led del piccolo display sull’orizzontale diventano blu e arancio, ad avvisarci di ricerca e pairing eseguito.
E’ possibile selezionare la percentuale di assistenza per ogni singola modalità, ricevendo una indicazione sulla autonomia presunta. Se non siamo soddisfatti possiamo tornare facilmente alle opzioni di fabbrica.
Prima di partire possiamo visualizzare l’autonomia (200% come detto per la presenza della batteria supplementare), accedere alle regolazioni, al GPS (mappe scaricabili, poi sfrutta il GPS del telefono) e la pressione di esercizio consigliata per le gomme, in base ai dati nostri che abbiamo inserito prima.
In movimento possiamo visualizzare sempre l’autonomia sia in percentuale che in chilometraggio possibile; e ovviamente il livello di assistenza usato.
Poi il tempo in sella, velocità media e istantanea ma soprattutto le utilissime barre blu e rossa in basso.
La prima, la blu, ci informa sui nostri watt al momento impegnati; la seconda su quelli che sta riversando l’unità.
Non è precisissimo il sensore (quello della SRL a unità centrale molto di più, ma la bici costa pire tre volte tanto…) ma riesce ugualmente a fornirci dati importanti per gestire sia l’autonomia del momento che programmare i livelli di assistenza.
Infine una rapida carrellata di immagini per le altre funzioni, l’approfondimento è rimandato al test su strada.
Come detto è possibile ottenere il calcolo della pressione gomme consigliata, accedere alla mappa e a fine giro, se abbiamo registrato, ricavare i dati più importanti dell’uscita.
Un paio di notazioni. L’app è facile da usare ma presenta un paio di fastidiosi “limiti” che potrebbero essere risolti con facilità.
Il primo è che va in pausa quando ci fermiamo ma se non la mettiamo noi fisicamente in pausa (un tap sul comando) appena ripartiamo conteggia anche il tempo in cui siamo stati fermi. Questo significa sfasare tempo in sella e velocità media.
Il secondo è che la mappa “non ti segue” lungo la strada. Ossia, per esempio, la guardiamo dopo 20km e ancora ci siamo dentro; ma resta lì, sulla prima schermata, se poi facciamo altri 70km, quando andiamo a visualizzarla vedremo di nuovo il punto di partenza (e i suoi dintorni) e dovremo noi scorrerla per ritrovarci. Si, si può ampliare la zona vista ma poi si vede nulla. Insomma, potrebbe essere anche un comodo navigatore se si risolvesse questo fastidio.
Da qui in avanti procediamo più spediti, tocca alle ruote e alle gomme di serie.
Sono Fabio Sergio, giornalista, avvocato e autore.
Vivo e lavoro a Napoli e ho dato vita a questo blog per condividere la passione per la bici e la sua meccanica, senza dogmi e pregiudizi: solo la ricerca delle felicità sui pedali. Tutti i contenuti del sito sono gratuiti ma un tuo aiuto è importante e varrebbe doppio: per l’offerta in sé e come segno di apprezzamento per quanto hai trovato qui. Puoi cliccare qui. E se l’articolo che stai leggendo ti piace, condividilo sui tuoi social usando i pulsanti in basso. E’ facile e aiuti il blog a crescere.