[Test] Selle Italia GT-1

Le conclusioni
Le conclusioni
Apro questo paragrafo riprendendo la questione della sostenibilità affrontata nell’introduzione.
Non è la prima sella che l’azienda trevisana, fondata 120 anni fa a Milano, propone con un occhio attento all’ambiente.
Così come Selle Italia non è l’unica azienda, sia del nostro mondo a pedali che “esterno”, a imboccare la strada della sostenibilità produttiva.
Una strada che prevede tanti sentieri diversi, ognuno con percorso proprio ma tutti poi si ricongiungono verso unica meta.
Produrre senza ricorrere ai collanti, giusto per restare nell’ambiente ciclistico, lo propone anche Lazer con alcuni suoi caschi. Può sembrare poca cosa, non lo è.
Perché il percorso verso la produzione sostenibile non può dispiegarsi con grandi balzi in avanti: deve essere tracciato a piccoli passi, ognuno sommato all’altro.
Riprendo una citazione di Tolkien, questo blog è dedicato a una bici che prende nome dal suo mondo: “Anche la persona più piccola può cambiare il corso della storia”. Che significa, tra le altre cose, come siano i piccoli gesti a fare la differenza.
Ci sono, è vero, episodi di green washing, industrie non del nostro mondo a pedali che non hanno scrupolo a inquinare in nome del profitto salvo poi darsi una patina di ecosostenibilità prevedendo uno spazio per le bici dei dipendenti o sponsorizzando qualche evento.
Non è il nostro caso.
Affrontare la questione della sostenibilità nella produzione significa affrontare problemi spesso di non facile soluzione; e affrontare problemi che nemmeno si immaginava potessero presentarsi.
Servono capacità di guardare oltre il profitto del momento, immaginare il futuro, investire su di esso.
Per questo nella selezione mia del materiale da testare sempre ci sarà posto per quelle aziende che, come in questo caso, decidono di investire sulla sostenibilità.
E ora la sella.
Spesso le selle urban sono considerate dall’utenza selle economiche, dove l’aggettivo viene usato non solo in relazione al prezzo ma alla povertà di materiali e tecnologie. Insomma, spesso gli si da una connotazione negativa.
Vero che io sconsiglio l’acquisto di selle costose su bici da città se queste devono essere lasciate al palo, esposte alle cattive intenzioni oltre che alle intemperie.
Altrettanto vero che sconsiglio l’acquisto di prodotti scadenti, sarà pure il tragitto casa lavoro, anzi, proprio perché è il tragitto per andare al lavoro, cerchiamo di renderlo piacevole visto che la meta raramente lo è.
Inoltre nella scelta di una sella urban entrano in gioco fattori del tutto diversi da quelli usati per trovare la giusta sella specialistica.
Peso e performance passano in secondo piano, prioritari sono il comfort perché pedaliamo senza l’ausilio del fondello, l’impermeabilità, la libertà di movimento pure con abiti inadatti alla pedalata.
Con la Selle Italia GT-1 abbiamo una sella leggera, performante, comoda, impermeabile e ben conformata per pedalare in abiti civili.
Tutto questo con appena 34,90 euro sullo shop ufficiale, aiutando il nostro commuting quotidiano e il pianeta, sia perché ci spostiamo in bici e sia perché lo facciamo con un prodotto sostenibile.
Direi che di più non si può chiedere.
I link
Buone pedalate
Sono Fabio Sergio, giornalista, avvocato e autore.
Vivo e lavoro a Napoli e ho dato vita a questo blog per condividere la passione per la bici e la sua meccanica, senza dogmi e pregiudizi: solo la ricerca delle felicità sui pedali. Tutti i contenuti del sito sono gratuiti ma un tuo aiuto è importante e varrebbe doppio: per l’offerta in sé e come segno di apprezzamento per quanto hai trovato qui. Puoi cliccare qui. E se l’articolo che stai leggendo ti piace, condividilo sui tuoi social usando i pulsanti in basso. E’ facile e aiuti il blog a crescere.