[Test] Shimano WH-RX880

Come sono fatte

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Come sono fatte

A vederle ferme le ruote Shimano WH-RX880, che d’ora in avanti abbrevierò spesso in RX880, sono la semplicità fatta persona.

Un bel cerchio nero matto a dichiarare la fibra di carbonio, 24 raggi discreti a ingaggio diretto e diametro differenziato ma non piatti, un mozzo dal disegno classico che più classico non si può, grafiche praticamente inesistenti tranne un piccolo logo Shimano e la sigla del modello. 

Niente onde nel profilo interno del cerchio o torrette di rinforzo in zona nippli, nessuna fresatura del mozzo, niente scritte chiassose o almeno colorate.

Si nascondono. O forse i progettisti seguono le massime del Maestro Sun-Tzu lasciando ai nemici, pardòn, alla concorrenza, l’errore di sottovalutarle.

Però basta tenerle tra le mani e riconosci al tatto la morbida finitura della fibra di carbonio, senti ruotare tra le dita quel mozzo a coni e sfere con la sua vellutata scorrevolezza, ti accorgi di quanto son leggere e comprendi che è mimetizzazione, le ruote sono di alta gamma.

Comunque questo paragrafo serve per scoprire come son fatte, resto sul pezzo.

Partiamo dalla ruota anteriore.

Cerchio full carbon con altezza di 32mm come la versione precedente; qui però abbiamo un alleggerimento di 64 grammi. Il peso di questa RX880 anteriore si attesta su una media di 635g; media perché sappiamo esiste sempre una minima tolleranza in produzione. La versione in prova, con nastro tubeless ma senza valvola montata mi ha rimandato 639 grammi.

La larghezza del canale cerchio è di 25mm, adatta a copertoncini da 35 a 50 di sezione, quindi anche l’uso bikepacking (di solito si tende a preferire gomme assai larghe) è garantito.

La larghezza esterna è 30,7mm, la battuta del mozzo TA è ovviamente 100mm, l’attacco per il rotore è a tecnologia Center Lock.

Come tutti i mozzi Shimano anche qui abbiamo la struttura a coni e sfere, capace di reggere meglio le deformazioni soprattutto da carico laterale.

La registrazione/manutenzione dell’anteriore non si discosta da quanto già mostrato qui sul blog per altri mozzi della casa giapponese, cambia un dettaglio per la ruota motrice ma ci arriviamo fra poco.

I 24 raggi sono a sezione differenziata 2-1,6-2mm, attacco J-bend. Breve notazione: al di là del dato tecnico, ossia senza entrare nel merito della differenza alla torsione e alla differente risposta elastica di raggi J-bend Vs. raggi a testa dritta, in uso gravel e turistico c’è la praticità della regolazione con una sola chiave e non due come avviene coi raggi dritti (non ruotano) e questo è comodo. Certo, per strada non puoi fare la regolazione di fino ma se fissi un riferimento affidabile al carro una sistemata la puoi dare pure in campeggio.

La ruota posteriore condivide con la sorella deputata alla direzionalità cerchio, raggiatura, attacco rotore e struttura a coni e sfere.

Il peso è ovviamente superiore sia per il maggiore dimensionamento dato dalla battuta di 142mm (poca cosa) che la presenza del corpetto ruota libera. Con nastro, senza valvola e corpetto LG2 ho rilevato 765g. Suppongo che qualcosa in meno lo abbiamo col corpetto Micro Spline.

Già, perché la novità tecnica più importante di questa ruota è la possibilità di montare entrambi gli standard.

Sappiamo infatti che Shimano non prevede il pignone da 10 per la gamma strada, gamma a cui attinge la famiglia GRX per dotarsi dei pignoni da associare alle doppie corone.

Mentre il pignone dal 10 è presente nella Mtb, mondo da cui la famiglia GRX preleva le cassette per abbinarle alle versioni monocorona.

Quindi ecco la possibilità di sostituire il corpetto ruota libera a seconda dell’allestimento e senza l’ausilio di attrezzi specifici. Come fare l’ho raccontato in questo articolo.

In quest’altro articolo ho approfondito le compatibilità con riferimento alla differenza tra HG-L e HG-L2.

La particolarità del corpetto smontabile senza attrezzi ha imposto una differenza che si riverbera anche nella manutenzione ordinaria e straordinaria, giacché il dado calettato a destra, lato corpetto, in realtà è un “cappuccio” inserito a tenace pressione: non va svitato, gli ingaggi per chiave da 17 servono solo a permettere la leva per rimuoverlo.

Però a parte questa differenza nella procedura per rimuovere l’asse e arrivare ai cuscinetti, null’altro cambia rispetto agli altri mozzi d’alta gamma Shimano; ovviamente la registrazione del gioco laterale si esegue a sinistra, dove abbiamo cono e dado di fermo.

Da ferme non c’è altro da raccontare, quindi possiamo pedalare.

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