[Test] Trek Domane+ AL5

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E’ arrivato il momento di pedalare con la nostra Trek Domane+ AL5.

Si, pedalare perché il fatto sia una e-road, ossia una bici a pedalata assistita, non significa che va da sola; come, ahimé, sostengono presunti esperti da social.

L’abbiamo conosciuta in dettaglio nell’articolo dedicato alla presentazione, dobbiamo solo salire in sella, ché a saltarci su non ho più l’età…

Prima però concedetemi la vostra pazienza per raccontarvi qualcosa di questo test.

La bici mi è stata consegnata suppergiù a inizio marzo. L’ho fatta spedire direttamente al campo base estivo, lì ho a portata di mano strade, percorsi, sentieri, off road: insomma, tutto quello che mi serve per gestire un test approfondito come non mi è possibile partendo dal centro della mia caotica città.

Ho lavorato molto, settimane intense favorito anche da un preludio di estate, tanto che le immagini che vedrete, con abbigliamento estivo, sono state scattate a metà marzo.

Poi, proprio mentre ero lì, stavo per uscire, di primo mattino la comunicazione della chiusura improvvisa di Trek Italia.

Ho atteso un giorno, dovevo metabolizzare la cosa; e poi ho deciso di dire la mia, con una presa di posizione che non mi ha certo favorito, anzi. Sapevo già al momento di pubblicare che la mia indipendenza di giudizio non sarebbe stata gradita ai piani alti e così suppongo è stato.

Poco importa, a meno di clamorosi stravolgimenti avevo già deciso di non collaborare più con questa azienda. O, per precisione, con la sua sede per il Sud Europa. Non per la chiusura in sé, legittima, ma per i modi con cui hanno buttato per strada donne e uomini valenti e appassionati.

In questo video chiudo dicendo che non ci sarebbero più stati test Trek sul blog.

E questo allora?

Non sarò un professionista ma sono professionale, la bici mi è arrivata in redazione quando non c’era alcun sentore di ciò che sarebbe accaduto, il prodotto resta valido e sarebbe scorretto da parte mia sminuirlo o censurarlo. Una cosa è la gestione aziendale, altra una bici, che non deve pagare colpe non sue. 

Ma soprattutto c’è stata la consapevolezza che qualcosa, dopo il fattaccio, è cambiato. Resta fermo il mio giudizio negativo su come è stata gestita la vicenda, apprezzo che (forse) se ne siano resi conto. Io non serbo rancore né sono vendicativo per mia natura. E come ho appena detto, le bici sono estranee. Tanto che per il mio prossimo progetto editoriale ho scelto proprio un telaio Checkpoint in versione SL, bici che ben conosco dopo averla a lunga testata e perfetta per le esigenze del blog.

Perdonate se vi ho rubato tempo con queste chiacchiere ma la situazione lo impone.

Ora pedaliamo.

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Per questo test c’è anche la videorecensione

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