TyreKey

Come è fatto
Come è fatto
A vederla ricorda una chiave inglese, una giratubi. Invece è studiata per la sua doppia funzione.
Già doppia, perché oltre a permettere un facile tallonamento del copertoncino, il manico reca l’intaglio per stallonare.
Ma guardiamo prima la sua funzione primaria, del resto il TyreKey nasce soprattutto per rendere agevole installare un copertoncino.
E lo fa grazie alla foggia della sua “bocca”
Con questa doppia vista da opposta angolazione notiamo si l’ovale che accoglierà il copertoncino (come funziona lo scopriremo nel prossimo paragrafo) ma notiamo anche come l’apertura abbia da un lato un uncino e dall’altro un profilo sagomato. L’uncino per arpionare il cerchietto del copertoncino, il lato opposto va a battuta sul cerchio favorendo il movimento di leva.
La larghezza massima della bocca è circa 35mm.
Ma questo significa poco perché, ovviamente, il TyreKye viene usato a copertoncino sgonfio. Comunque l’azienda lo garantisce per gomme sino a 35mm; io l’ho testato con 700×32 stradali, stessa misura ma da gravel/ciclocross e poi 700×35 e 700×37 solo stradali. Come ha funzionato ve lo dico dopo 😀
Il manico presenta la lavorazione necessaria a scalzare il copertoncino dal cerchio.
Sulle prime non mi ha convinto, facendomi ricredere all’atto pratico. Mai fidarsi delle prime impressioni…
In dettaglio l’invito che deve accogliere e guidare oltre il cerchio il nostro copertoncino.
Le dimensioni sono più contenute di quanto le immagini appena mostrate fanno supporre. Un pelo sotto i 15cm. Per amor di precisione 14,8 cm; la larghezza nel punto più ampio è 4,8cm.
Qui in basso l’ho messo a confronto con un cacciacopertoni classico, sicuramente uno dei più conosciuti.
Siamo quasi lì, almeno per quanto riguarda la lunghezza. E’ ovviamente più largo ma la portabilità è quasi universalmente garantita.
Lo spessore di 6mm con nervatura perimetrale di rinforzo assicura la assenza di flessioni. Pesa 20g, poco più quindi di una classica leva, assai meno di ingombrante pinza.
Sul manico in dettaglio il marchio e il numero di brevetto.
Il TyreKey è consegnato su supporto di cartone; sul retro le rapide istruzioni di utilizzo.
Che vi propongo in dettaglio.
Come si vede è semplice da usare; ma come si usa lo troviamo nel prossimo paragrafo.
Sono Fabio Sergio, giornalista, avvocato e autore.
Vivo e lavoro a Napoli e ho dato vita a questo blog per condividere la passione per la bici e la sua meccanica, senza dogmi e pregiudizi: solo la ricerca delle felicità sui pedali. Tutti i contenuti del sito sono gratuiti ma un tuo aiuto è importante e varrebbe doppio: per l’offerta in sé e come segno di apprezzamento per quanto hai trovato qui. Puoi cliccare qui. E se l’articolo che stai leggendo ti piace, condividilo sui tuoi social usando i pulsanti in basso. E’ facile e aiuti il blog a crescere.
… e ti pareva !
Appena arrivati, ero curioso di sapere se andavano bene o una ciofeca. Li ho presi principalmente per i copertoni Schwalbe Pro One tubeless che sono veramente ostici da montare.
🙂
ehehehehe, ma io so (quasi) sempre cosa vorreste leggere 😀 😀
Presi al plurale? Con due si lavora peggio, meglio uno e con la mano libera guidi l’attrezzo per fargli uncinare il cerchietto.
Comunque averne di più è comodo se si hanno più bici (uno in ogni borsino o quello/quelli sulle bici e uno in officina domestica) e ti accorgerai che funziona.
Basta prenderci la mano, il trucco è partire proprio dall’inizio: cioè non andare subito al centro della parte ancora da inserire.
Un massaggio a far scendere la gomma nella gola del cerchio aiuta ancor di più.
Fabio
ehehehhehe
Ne ho presi 2: uno da tenere sul banco lavoro e uno da portare in giro. Nei prossimi giorni faccio un pò di prove e ti aggiorno sulle impressioni d’uso.
Ottimo, allora quando li userai fammi sapere come ti ci sei trovato.
Fabio
Sarebbe l’attrezzo che serve a me che non riesco ne a stallonare ne a tallonare con le mie manine da Barbie. Peccato che monto le Gravel King da 38 🙁 magari chissà più avanti ne fanno uno da Gravel